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“Che felicità, che la nostra vita non sia fatta solo di strisce nere e bianche…”

Eugenia nasce a Volgograd nel 1983, dopo aver frequentato le scuole superiori si trasferisce a Mosca dove frequenta la Rudn University e si laurea in Economia Aziendale. Da sempre appassionata di disegno coltiverà l’interesse per pittura fino a farne la protagonista della propria vita. Nel 2012 partecipa alla mostra collettiva La Natura, negli spazi di Vernissage Gallery a Volgograd, esponendo diversi lavori realizzati in tecnica gouache, nei quali sono riprodotti soggetti naturali, che caratterizzano soprattutto le sue prime opere. L’anno successivo espone opere dipinte a olio su tela riproducenti soggetti legati a flora e fauna negli spazi di Albatro Gallery a Mosca. Nel 2014 si trasferisce a Roma dove consegue la seconda laurea in economia all’Università Guglielmo Marconi. Vive e lavora tra Roma e la Calabria rapita dai colori e dai paesaggi italiani.

Eugenia ha scelto l’Italia come sua nuova patria e in cambio l’Italia ha accolto Eugenia circondandola di colori. Colori nuovi, vibranti e pieni di vita che hanno donato alla tavolozza dell’artista un’entusiasmante varietà di sfumature e che le permettono di restituire, a chi osserva i suoi lavori, vividi paesaggi, caratterizzati da una flora e una fauna che sembrano muoversi libere sulla superficie della tela.

L’autrice non si limita a riprodurre la vita nelle opere, le sue opere sono un inno alla vita. Le pennellate a olio, rapide, quasi fossero rubate alla pittura en plein air, restituiscono il modo che l’artista ha di percepire la realtà: uno sguardo romantico ma attento al dettaglio, che ricrea un mondo in cui i colori interagiscono con le emozioni. Alcuni dei paesaggi marini, dipinti con pennellate leggere e avvolgenti, caratterizzati da atmosfere rarefatte ma in movimento, squarciate dall’energia della luce ricordano il gusto inglese ottocentesco di John Constable e William Turner.

L’energia del colore invece sì fa più potente, quasi espressionista quando la pittrice si concentra sui dettagli: un fiore, un piccolo uccello, una conchiglia, un albero che diventa blu. Qui i soggetti quasi galleggiano su fondali ricchi di segno, tele in cui ogni centimetro disponibile è sfruttato per avvolgere l’osservatore con forme e colori carichi, che lo trascinano all’interno del movimento dell’opera e lontano da ogni contesto, coinvolgendolo in un vortice che sfrutta tutta la gamma cromatica.

La passione dell’autrice per le bellezze naturali non può che condizionarne anche lo sguardo sulla società e proprio da questa osservazione nasce il suo ultimo ciclo di opere, rivolto all’essere umano e alle donne nello specifico. Osservare gli individui perdere naturalezza, stravolgendo la propria identità a causa delle imposizioni di canoni di bellezza sempre più estremi, ha attirato l’attenzione dell’artista, che di questo fenomeno fa una documentazione priva di giudizio, una delicata constatazione arricchita da un pizzico di ironia.

Il perdersi del particolare, del peculiare in favore di un’omogeneità artificiale è ben raccontato in una serie di tele dai fondali astratti, privati della prospettiva e dominati da visi di donne tutti uguali, senza espressione, dagli sguardi vuoti. Opere molto lontane dalla rappresentazione della vitalità che regnava nella precedente ricerca, nelle quali però l’autrice non perde la sua carica espressiva e comunica il disagio nei confronti dell’uniformità, caricaturando i soggetti stereotipati e contrastandoli con una straordinaria varietà nella scelta del colore.

Un colore forte, quasi artificiale, ma che richiama la complessità della differenza. Sono colori di speranza quelli di Eugenia, i colori della vita.